Quel tappeto dava davvero un tono all'ambiente

Noi, se si muore solo un po' chi se ne fotte, ma sia molto tardi che si va a dormire…

…e nemmeno un rimpianto.

Ricordo i tempi post lauream.
Orribili e al contempo densi di speranze.
Quelli in cui si viveva solo di notte.Lunghe, pensose, interminabili notti.
Di fronte l’ignoto, dietro alle spalle una discreta lista di decisioni.Nè giuste nè sbagliate, oserei dire normali.
La parola che spaventa tutti coloro che hanno paura di vivere, compresa la sottoscritta.

Redigendo quindi un bilancio eccomi come un novello Hank Moody a vivere la notte con troppo (troppo?) rum nelle vene e la velleità di risolvere il vuoto della vita leggendo caratteri casuali su uno schermo sporco.
Chopin in sottofondo, per dare al quadro quell’aria marcia da bohemienne incompresa.
Dai, aggiungiamoci la sigaretta accesa a metà, simbolo frivolo che non ho amato mai.
Fumo denso, luce soffusa, la cucina appena lustrata, un vago e aspro sentore del caffè che ingollerò domani.

Dopo avere inquadrato il luogo è ora del sottofondo.

Mina, per la precisione.
Maestro, prego.

Io ti chiedo ancora, il tuo corpo ancora, le tue braccia ancora, di abbracciarmi ancora..di amarmi ancora, di pigliarmi ancora, farmi morire ancora, perchè ti amo ancora….

Ottimo.
La scena è definita, la cornice vivida.
Ora è il momento di fare due conti con i propri pensieri.
Con le voglie alternate di andare e restare. Di andare e restare.
Andare..dove?
Restare…qui?

Mi sono sentita definire in molti modi.
Intelligente, pavida, insicura, patologicamente insicura, mediocre, eccezionale, tu-sapresti-cavartela-ovunque, egocentrica, viziata, pessimista, coraggiosa, lamentosa, ingrata, superba.
Di fatto non so nemmeno io quale maschera assumere questa volta.
A 27 anni non credevo mi sarei più ritrovata a navigare nel limbo notturno dei vagheggi mentali.
La piccola rivoluzionaria unconventional sognava un finale sicuro e scontato (come ogni sessantottino DOC)…la famosa casa di periferia in via Gluck, l’uomo perfetto nella sua imperfezione provinciale, il lavoro rivoluzionario.
Insomma, il palcoscenico dove l’attrice riceve rose e applausi.Qualche fischio, molte lacrime.
Grazie, brava, bis.

Invece eccola a brancolare nel banale buio…il finale scontato.Poteva forse andare diversamente?
E non è coraggio.
Tu solo sai che – bando al coraggio del “lottatore insoddisfatto”- fondamentalmente hai una soglia di sopportazione diversa…nuoti nella stessa merda, fai solo più fatica ad annegarci.
Quindi sei doppiamente uno stronzo.

Good night and good luck.

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

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